L’iniziativa Quirinale contemporaneo, alla quale è dedicato il bel catalogo edito da Treccani, evidenzia il significativo processo di rinnovamento e trasformazione del Palazzo del Quirinale e delle altre sedi della Presidenza della Repubblica, che si è andato sviluppando nel corso del settennato del Presidente Sergio Mattarella.
L’apertura al pubblico del Palazzo e delle altre residenze presidenziali, a partire dal 2015, ha inteso offrire alla fruizione dei cittadini un considerevole e prezioso patrimonio culturale, che tradizionalmente era confinato a costituire la splendida cornice dei principali impegni istituzionali del Capo dello Stato.
Il Quirinale allora conservava per la gran parte opere d’arte, arredi e decori sabaudi, oltre ad alcune considerevoli testimonianze del periodo papale, mentre mancavano del tutto le espressioni artistiche di età repubblicana. Molti degli interni, in particolare, mostravano ancora l’allestimento voluto dai sovrani e legato alla vita di corte.
Gli ambienti non apparivano quindi effettivamente rappresentativi della realtà storica e istituzionale del luogo – divenuto la sede della Presidenza della Repubblica – ma costituivano involontariamente una sorta di museo, pur importante, di un’epoca conclusa.
È maturata dunque la convinzione che, all’interno delle sedi della Presidenza della Repubblica, la manifestazione sul piano artistico della storia del nostro Paese dovesse comprendere non solo le testimonianze del passato, ma anche quelle del presente, nel suo continuo divenire ed evolversi. Da qui l’idea di dar vita a Quirinale contemporaneo, con il quale sin dal principio si è inteso integrare lo straordinario patrimonio culturale della dotazione presidenziale con le più vive manifestazioni del genio nazionale dell’epoca repubblicana, colmando in tal modo una lacuna evidente nell’ambito della configurazione complessiva del Palazzo.
Per questo motivo, Quirinale contemporaneo non è stato concepito come esposizione artistica a carattere più o meno temporaneo, ma, al contrario, operazione culturale di lunga durata connessa al tema dell’identità nazionale. In particolare, si tratta di un progetto in fieri, consistente nell’innesto nei luoghi istituzionali di opere d’arte e di design contemporanee, aperto a ulteriori e progressive accessioni ed esso stesso espressione del fluire della storia e della cultura dell’Italia dei nostri padri e dei nostri figli.
La sua attuazione ha comportato, oltre ad alcuni necessari interventi sull’architettura d’interni, anche un processo di rinnovamento nella comunicazione, volto a raccontare ai visitatori l’aggiornamento storico sotteso al percorso artistico, che ora descrive compiutamente le varie fasi attraversate dal Palazzo. Con l’arricchirsi del contesto espositivo, infatti, era necessario ripensare il discorso narrativo e integrarlo con contenuti di attualità ed educazione civica, affinché le visite alle sedi della Presidenza della Repubblica fossero in grado di trasmettere un’immagine esaustiva della realtà istituzionale dei luoghi.
Nel realizzare il progetto, ci si è attenuti ad alcuni criteri fondamentali, che hanno fissato una rigorosa metodologia operativa.
In primo luogo, si è scelto di non acquisire alcuna opera dai musei pubblici; ciò al fine di non depauperarne le risorse ma, anzi, di mettere gratuitamente a disposizione della cittadinanza ulteriori opere d’arte generalmente poco visibili. Soprattutto, si è inteso instaurare un dialogo diretto con gli artisti, o con le fondazioni e gli archivi che ne custodiscono l’opera e la memoria, promuovendo un concreto avvicinamento dell’Istituzione alla realtà artistica del Paese, in tutte le sue dimensioni. Se, come osserva Paolo Portoghesi, «le istituzioni sono le case delle ispirazioni», il Quirinale ha saputo farsi Casa degli italiani anche nel valorizzare l’arte e il genio nazionali.
In secondo luogo, tutte le acquisizioni sono state effettuate a titolo gratuito, per effetto di donazioni o grazie a comodati d’uso pluriennali. Ciò è stato possibile grazie alla generosa e spontanea partecipazione di artisti e designer, alcuni dei quali hanno realizzato lavori appositamente per la sede presidenziale, delle ricordate fondazioni e archivi che rappresentano gli artisti e i designer scomparsi, dei loro eredi e, per quanto riguarda il design, delle aziende produttrici.
Infine, è stato posto al centro il rispetto dei luoghi, non soltanto della storia ma anche della funzione istituzionale che li caratterizza, motivo di costante attenzione nel corso del complesso processo di rinnovamento: in sostanza, si è sempre avuto presente che si operava all’interno di un Palazzo di grande pregio storico e artistico ma allo stesso tempo vivo e vitale, in cui il Capo dello Stato svolge le proprie funzioni e dove si sviluppa per molta parte la vita istituzionale del nostro Paese.
Per questo nella scelta delle opere d’arte ci si è attenuti a un indirizzo coerente con queste caratteristiche, senza dare ingresso a installazioni o altre forme di rappresentazione a carattere multimediale: vi è infatti la necessità che le sedi della Presidenza della Repubblica, non essendo musei, mantengano la massima flessibilità di impiego, per garantire il pieno svolgimento delle attività istituzionali.
Alle espressioni più o meno classiche di pittura e scultura è stato aggiunto il design, selezionando oggetti in produzione corrente che, al di là di ogni intento espositivo, promuovono uno dei settori di maggior prestigio del Paese.
Sotto il profilo più specificatamente artistico il progetto rappresenta le principali correnti e i maggiori autori del secondo Novecento e del Ventunesimo secolo. In esso si è dato spazio alle posizioni più vicine all’avanguardia insieme a quelle legate alla tradizione, alle correnti più prossime alle realtà locali accanto a figure affermate a livello internazionale, alle industrie globalizzate e alle aziende dal carattere ancora artigianale. Va sottolineato, inoltre, che attraverso gli autori sono rappresentate tutte le regioni, cosicché l’iniziativa restituisce l’immagine dell’Italia nella sua interezza e nella sua multiforme creatività.
Oggi, dopo tre anni di lavoro, possiamo rilevare che le sale lungo le quali si snoda il percorso di visita del Palazzo del Quirinale, così come gli spazi esterni del Cortile d’onore e dei Giardini, offrono, nel loro complesso, una significativa testimonianza artistica del periodo repubblicano.
Quirinale contemporaneo si è recentemente esteso alla Tenuta Presidenziale di Castelporziano, dove è stato possibile un coinvolgimento più diretto di artisti e designer che, facendosi interpreti del paesaggio naturale e della storia archeologica dei luoghi, hanno realizzato lavori specifici, talvolta monumentali, come in un laboratorio di arte contemporanea. Da ultimo, è stata coinvolta anche la sede di Villa Rosebery, con l’inserimento di un’opera di design sulla scogliera sottostante il complesso.
Il dialogo tra mondo delle istituzioni pubbliche e mondo dell’arte ha proposto e consolidato una sinergia permanente tra la tradizione artistica e la creatività contemporanea, valorizzando in modo esemplare al Quirinale la continuità e unicità dell’espressione culturale italiana. In questo modo si è inteso altresì promuovere l’approccio ai nuovi linguaggi espressivi dell’arte, che spesso comunicano la complessità del presente e anticipano la percezione del futuro, consentendo ai cittadini di avvicinarsi, anche per tale via, alla storia dell’Italia. Con l’esposizione della contemporaneità accanto alla tradizione, in un luogo che per oltre quattro secoli ha raccolto le migliori espressioni artistiche del Paese e che oggi come ieri lo rappresenta nel mondo, Quirinale contemporaneo restituisce un’immagine inedita del Palazzo, che contribuisce a rafforzare la cultura artistica nazionale.
In questo senso, per l’ampiezza dei suoi obiettivi e per l’originalità della visione, l’aggiornamento delle sedi presidenziali assume un preciso significato istituzionale.
Quirinale contemporaneo è stato inoltre contrassegnato da una particolare modalità d’azione dell’Amministrazione, dal momento che, come si è detto, esclusa la via di acquisti sul mercato di opere d’arte o di arredi standardizzati, per il rinnovamento delle sedi presidenziali è stata ricercata la spontanea collaborazione di artisti e aziende, che a loro volta in gran numero hanno creduto nella valenza storica e culturale del progetto.
Si è trattato di un’esperienza sorprendente, per la passione e il forte senso di appartenenza che ha mosso i protagonisti tutti, dimostratisi orgogliosi di poter contribuire a trasformare l’immagine del Palazzo che oggi, più di ogni altro luogo, costituisce uno dei simboli della nostra Repubblica.