Uomo in piedi

Uomo in piedi

Giuliano Vangi

Materiale/Tecnica: marmo di Carrara, cava Michelangelo

Ubicazione: Sala del Balcone

Anno di realizzazione: 2021

Anno di installazione: 2023

Descrizione dell'opera

Non si può restare indifferenti di fronte a una scultura di Giuliano Vangi: lo spazio e l’atmosfera che l’avvolge sono stati per sempre mutati, per effetto della forza diffusa dalle sue figure umane, con la solennità del loro portamento, la dirompente intensità espressiva, il senso di solitudine e di malinconia, di tragedia e di dramma che emanano. L’opera di Vangi vive e si alimenta di apparenti contraddizioni, incarnando la figura dell’ossimoro: è, insieme, antica e moderna; fonde figurazione e astrazione, scultura e pittura, in una vitalità che brucia e subito s’impone al nostro sguardo.

Uomo in piedi, 2021, di dimensioni 46x17x17 cm, è stata scolpita da Vangi (che realizza personalmente ogni sua opera) nel materiale più nobile della scultura, il marmo statuario di Carrara, proveniente dalla cava Michelangelo. Sembra esitare nell’incedere questa figura che s’avanza nella lieve torsione del corpo, in una condizione che sconcerta: l’abito e la cravatta sono sopra i piedi nudi, l’uomo ha un’espressione apparentemente sicura di sé ma il suo sguardo scruta ed esprime incertezza, nella sospensione del tempo che si respira. Davanti alle opere di Giuliano Vangi, che sempre esprimono una così acuta sensibilità per l’umano, l’occhio è chiamato a guardare ma anche a dotarsi di quella capacità evocata da Paul Claudel nel suo L’oeil écoute (L’occhio ascolta), quando chiedeva “al visitatore dei musei di tenere l'orecchio altrettanto sveglio quanto gli occhi, perché la vista è l'organo dell'approvazione attiva, della conquista intellettuale, mentre l'udito è quello della ricettività”.  (Sandro Parmiggiani)

L'artista

Giuliano Vangi
(Barberino di Mugello 1931 - Pesaro 2024)

Sin da ragazzo mostra attitudine al disegno. Studia all’Istituto d’arte di Firenze, poi all’Accademia di Belle Arti. Diplomato, si trasferisce prima a Pesaro, dove insegna all’Istituto d’arte dal 1950 al 1960, poi a San Paolo in Brasile, dove si dedica alla ricerca astratta; qui vince il primo premio al Salone di Curitiba, espone al Museo d’arte di San Paolo e partecipa alla VI Biennale di San Paolo. Tornato in Italia, si stabilisce a Varese dove recupera la figurazione. Palazzo Strozzi ospita la prima personale nel 1967.

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La mostra alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1989, la partecipazione alla Biennale di Venezia con una sala personale e la mostra al Forte Belvedere a Firenze nel 1995 consacrano Vangi tra i grandi scultori figurativi viventi. Tra le personali: nel 2001 all’Ermitage di San Pietroburgo e all’Open Air Museum di Hakone in Giappone, nel 2004 alla Rotonda di Via Besana a Milano, nel 2005 al Palazzo della Ragione di Padova, nel 2007 all’Istituto italiano di cultura di Tokyo, nel 2014 al Palazzo Reale di Torino, al Museo Gipsoteca Antonio Canova di Possagno e al MACRO Testaccio di Roma, nel 2016 presso la Stadtische Galerie Fruchtalle di Rastatt e a Palazzo Bracci Pagani di Fano e ad Asti, nel 2022 al MART di Rovereto. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia e al Festival di Spoleto.
Ha realizzato importanti opere pubbliche: la lupa collocata nel centro storico di Siena, il San Giovanni Battista vicino a Ponte Vecchio a Firenze, la gigantesca scultura per la sede della Banca d’Italia di Roma, l’opera all’ingresso dei Musei Vaticani, il San Tommaso d’Aquino per il Comune di Roccasecca, Donna che si gira per Apricena, la fontana in acciaio inox per il centro di Fano, Ulisse per il giardino del Palazzo Reale di Torino e la monumentale installazione La Memoria a Pesaro.
Tra le opere religiose: il nuovo presbiterio con l’altare, l’ambone, la cattedra vescovile e il crocifisso del Duomo di Padova; l’ambone per la chiesa di San Giovanni Rotondo progettata da Renzo Piano, l’altare e l’ambone per il Duomo di Pisa, l’altare e l’ambone per il Duomo di Arezzo, il presbiterio della chiesa di Cintolese dedicata a San Massimiliano Kolbe. Collabora con Mario Botta alla realizzazione della Basilica di Nostra Signora del Rosario di Namyang, Seoul. Nel 2002 a Mishima, Tokyo, inaugura il Vangi Sculpture Garden Museum; le sue opere sono nelle collezioni del Museo Ermitage di San Pietroburgo, del Museo di Hakone e della Reggia di Venaria Reale. Ha realizzato grandi sculture per la Fuji Television di Tokyo e per la LG in Corea del Sud. Numerosi i riconoscimenti: il Premio Presidente della Repubblica, il Donatello a Firenze, il Michelangelo a Roma, il Premio Feltrinelli dell’Accademia de Lincei, il Premium Imperiale a Tokyo, il Premio Libero Andreotti a Pescia; la cittadinanza onoraria della città di Pietrasanta e la Laurea honoris causa dalla Joshibi University of Art and Design di Tokyo. È nominato Accademico di San Luca e membro della Pontificia insigne Accademia dei Virtuosi del Pantheon, dell’Accademia del Disegno di Firenze e dell’Accademia delle Scienze, Lettere e Arti di Ancona, oltre che professore onorario dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara e Commendatore. Muore a Pesaro il 26 marzo 2024.

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