Va, va, corri, corri vecchio John

Va, va, corri, corri vecchio John

Mario Ceroli

Concessa da: Mario Ceroli

Materiale/Tecnica: bronzo, installazione con ciottoli e mattoni

Ubicazione: Tenuta Presidenziale di Castelporziano

Anno di realizzazione: 1987

Anno di installazione: 2020

Descrizione dell'opera

Attento alle forme della tradizione e avvezzo a rielaborarle con audacia, Ceroli colloca il suo vecchio John nel centro di un mosaico romano del 161 d.C., rinvenuto nel vicino sito archeologico del Vicus Augustanus. Il tappeto musivo bicromo ornava la pavimentazione di un cortile rettangolare porticato, al centro del quale era posta una fontana, con scene di caccia e di lotta tra animali sui lati maggiori e di divinità e animali marini sui lati più brevi. Ceroli non si limita a disporre la statua equestre al centro, rivolta verso il mare, né a orientare l’indice del bimbo che la cavalca in modo che indichi le bandiere sulla Torre del Castello. Per far rivivere il cortile e raccordare la cornice in mosaico al bronzo, disegna una pavimentazione di ispirazione michelangiolesca, con raggi di mattoni che si diramano tra i ciottoli, partendo dalle diciotto punte di una stella centrale. L’acciottolato incorpora il passare del tempo e intreccia un legame con l’unicità del contesto, aprendo quest’ultimo a nuove suggestioni. A proposito del cavallo bronzeo, nel 2003 Crispolti osservava: «Confrontandosi con la tradizione classica del ritratto equestre, Ceroli non converte la propria progettualità immaginativa nell’adesione a un’ideale conformazione anatomica naturale, quale quella nominalmente presupposta; ma intromette nella dimensione classica del monumento equestre una convenzionalità costruttiva la cui analitica metodologica si dà chiaramente per convenzionale. Pur infine giungendo a una verosimiglianza complessiva d’immagine che ce ne restituisce ambientalmente la capacità di presenza attraverso non un’interpretata mimesi di natura ma un sapiente uso costruttivo di un principio basico quale è il fitto susseguirsi del segmento costituito dal profilo di spessore della sagoma. Il tuttotondo di Ceroli nasce insomma da un utilizzo del primus costruttivo costituito dalla sagoma non più utilizzata come piana, in quanto superficie, quale sintesi plastica convenzionale di supporto alla convenzionalità del profilo, ma risulta offerta analiticamente in quanto spessore concorrente a una aggregazione di cui così realizza la possibilità plastica volumetrica». (Renata Cristina Mazzantini)

L'artista

Mario Ceroli
(Castel Frentano 1938)

Dagli anni Cinquanta lavora a Roma, inizialmente con Fazzini, Leoncillo e Colla, suoi professori all’Istituto statale d’arte, realizzando sculture in ceramica. Dal 1958 usa il legno in tronchi configgendovi chiodi da carpentiere; nel 1960 vince il premio della GNAM per la giovane scultura. Impiega assi di legno grezzo per elaborare lettere, numeri, oggetti della quotidianità e silhouette di figure sagomate, spesso ripetute per creare ambienti come Cassa Sistina, premiata alla Biennale di Venezia del 1966.

Leggi tutto

Vive a New York tra 1966 e 1968, esponendo intanto alle mostre di Arte povera in Italia, al Museum of Modern Art di Tokyo, alle biennali di San Paolo e Parigi. Nel 1969 installa una scultura di ghiaccio al Festival di Spoleto. Dagli anni Settanta modella in legno l’involucro architettonico di alcuni spazi sacri. Negli anni Ottanta sperimenta l’uso del vetro e inizia a creare opere a tutto tondo, unendo lastre o assi. Partecipa a sei Biennali di Venezia e quattro Quadriennali di Roma. Si ricordano le personali a Parma (1969), Pesaro (1972), Firenze (1983), Pechino (1999), Buenos Aires (2000), Roma (2000 e 2007), Bologna (2012). Dal 1968 lavora anche in teatro, cinema e televisione: collabora con Ronconi, Pasolini, Patroni Griffi, Bolognini, Pressburger, Amodio e Macchie, e insegna scenografia all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Crea grandi opere per spazi pubblici: Squilibrio, esposto a Graz per Trigon ’67, all’aeroporto di Roma Leonardo da Vinci e alla Casa di Leonardo a Vinci, il Cavallo alato negli studi RAI di Saxa Rubra, il Goal di Italia ’90 a Roma e L’albero della vita a Sestriere. Tra le opere monumentali: le chiese a Roma, Porto Rotondo e Napoli e il Sacrario della Polizia di Stato a Roma. Dal 1989 è Accademico di San Luca e dal 2004 Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.