Lo spirito della rosa

Lo spirito della rosa

Giuliana Cunéaz

Concessa da: Giuliana Cunéaz

Materiale/Tecnica: vetroresina dipinta

Ubicazione: Tenuta Presidenziale di Castelporziano

Anno di realizzazione: 2021

Anno di installazione: 2021

Descrizione dell'opera

Nella composizione scultorea la rosa, simbolo per antonomasia della realtà in divenire, integra in una combinazione imprevedibile la sua dimensione vegetale con la struttura architettonica tipica dei cristalli. Le immagini di partenza sono quelle di un amminoacido e di un grano di sale comune acquisite grazie al microscopio elettronico. Anche il sale ha una simbologia complessa, tra cui quella legata a saggezza, conoscenza e incorruttibilità. All’artista interessa l’inseguirsi delle forme che spaziano dal macro al micro, la loro continua relazione tesa a evidenziarne le infinite potenzialità, nonché il loro risvolto misterioso che alimenta il nostro immaginario. Cunéaz testimonia come nel dialogo tra arte e scienza sia possibile andare a guardare ovunque e come per ambedue le discipline conoscere il mondo appartenga a una stessa volontà di esplorazione. (Marco Bazzini)

L'artista

Giuliana Cunéaz
(Aosta 1959)

Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Torino e debutta come artista a metà anni Ottanta. La sua poetica è da sempre l’esplorazione dell’invisibile che raggiunge attraverso i più diversi linguaggi dell’arte, dalla scultura alla videoinstallazione, dalla fotografia alla pittura, modalità che poi sintetizza in spettacolari opere di New media art, di cui è una delle maggiori esponenti.

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Dopo le prime esperienze di video e installazioni, tra cui Il silenzio delle fate (1990), un’opera ambientale permanente che coinvolge 24 luoghi della Valle d’Aosta dove, secondo le leggende, sono comparse le fate, e In corporea mente (1993), che Gillo Dorfles giudica «messaggera d’una nuova e in buona parte inedita presa di coscienza circa il destino dell’arte visiva ai nostri giorni», nei primi anni Duemila integra definitivamente le potenzialità della computer grafica. Contestualmente, s’immerge nel mondo della scienza e delle nanotecnologie e, attraverso la modellazione 3D, dilata gli aspetti enigmatici e ambigui delle forme invisibili racchiuse nella materia. Attraverso queste discipline, l’artista s’interroga sul processo creativo e sul suo sviluppo infrangendo il modello che nasce dalla manipolazione della realtà per sostituirlo con un universo parallelo, con un paesaggio virtuale che interagisce con i dati naturali. Partecipa a Videoformes di Clermont-Ferrand nel 1991, 1993 e 1996, alla Biennale di San Paolo nel 1994, alla mostra Exit della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino nel 2002, ad Anteprima di Torino, nell’ambito della Quadriennale di Roma, nel 2004, alla Biennale di Siviglia e al festival Tina B. di Praga nel 2008, alla Biennale Architettura di Venezia nel 2010 e alla Biennale Light Art alla Casa del Mantegna di Mantova nel 2020. Negli anni espone in importanti spazi pubblici, tra cui Museo Revoltella di Trieste nel 1995, Centro Pecci di Prato e Torre del Lebbroso di Aosta nel 2000, Museo d’arte contemporanea di Bucarest nel 2002, Museo d’arte di Lugano nel 2009, a Milano, in piazza Duomo, nel 2011, alla Triennale nel 2012 e alle Gallerie d’Italia nel 2013, al Museo Marino Marini di Pistoia nel 2016 e al MACRO Testaccio di Roma nel 2018. Tra il 2018 e il 2020 realizza la videoinstallazione immersiva su tre schermi I cercatori di luce: un lavoro corale dove il paesaggio nanomolecolare diventa lo scenario di azioni tese a modificare il contesto, a cui partecipa l’attrice spagnola Ángela Molina. Nel 2020, durante la pandemia, ha realizzato un video per il museo Puškin di Mosca, con cui ha preso parte nel 2021 a una mostra online. Partecipa a convegni, conferenze e talk in diversi ambiti, all’Università La Sapienza di Roma, l’Università di Bergen in Norvegia, la Fondazione Sandretto di Torino, Castello Ursino di Catania, l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, l’Università degli Studi di Milano Statale. Tra le pubblicazioni, vanno segnalate le due monografie Giuliana Cunéaz del 2008 e Giuliana Cunéaz 3D del 2012 (Silvana Editoriale). Il suo lavoro è descritto, tra l’altro, nei volumi Molecular Aesthetics, edito da MIT Press nel 2013, e in Arte e tecnologia del terzo millennio. Scenari e protagonisti, edito da Electa nel 2020.

Lo spirito della rosa

© Credits: Massimo Listri