Mani arte di Gio Ponti
Gio Ponti
Descrizione dell'opera
Le mani in porcellana per la Richard Ginori raccontano da un lato la maestria artistica e artigianale cui questa importante azienda ha saputo dar voce, dall’altro sono l’occasione per rappresentare sinteticamente l’operare di Gio Ponti. La mano bianca nasce dallo stampo industriale per la produzione di guanti di gomma. Ponti nello scegliere questa forma ci racconta come l’arte possa, o addirittura debba, nascere da oggetti semplici e comuni, in questo caso semplicemente vestendoli in purissima porcellana. La mano chiamata “Trionfo italiano”, in porcellana dipinta a mano in oro segnato a punta d’agata, è sempre lei, percorsa però da forme simboliche preziosamente disegnate che ne animano la superficie. Le mani sono state ideate nel 1935, all’esordio della direzione artistica del giovane Gio Ponti e ne denunciano l’ardito programma, ovvero il recupero di preziose arti e sapienze artistiche e artigianali per nuove invenzioni adatte alla modernità del ’900, che Ponti annunciava fin da quegli anni e che nella sua lunga carriera continuerà a promuovere. E infine, perché la mano? Gio Ponti ha eletto la mano a protagonista di questo suo ardito progetto artistico e industriale perché la sua forma è il simbolo dell’operare umano, della magica perizia dell’operare artistico che sa creare valori universali traendoli da materie semplici, antiche ed eterne come la porcellana. (Salvatore Licitra)
L'artista
Gio Ponti
(Milano 1891- 1979)
Dopo aver combattuto nella Prima guerra mondiale, nel 1921 si laurea in architettura al Politecnico di Milano. Dal 1923 è direttore artistico della Richard Ginori e ne rinnova la produzione. Nel 1925 esordisce come progettista realizzando la palazzina in via Randaccio a Milano. Nel 1927 apre il primo studio professionale con Emilio Lancia. La passione per le arti decorative guida la sua ricerca progettuale, multidisciplinare ma centrata sul tema dell’abitare. Nel 1928 fonda con Gianni Mazzocchi la rivista «Domus». Nel 1930 inizia a collaborare con la Triennale di Milano e nel 1932 diventa direttore artistico di FontanaArte.
Leggi tuttoNel 1933 si associa con gli ingegneri Soncini e Fornaroli. Nel 1936 progetta il primo Palazzo Montecatini a Milano. Dal 1936 al 1961 è docente al Politecnico di Milano. Dal 1946 al 1950 disegna per la Venini. Nel 1952 si associa allo studio anche Rosselli. Nel 1954 istituisce il premio Compasso d’oro. Il 1956 è l’anno della sedia Superleggera e del grattacielo Pirelli. Nel 1957 pubblica Amate l’architettura. Negli anni Cinquanta e Sessanta progetta i ministeri di Islamabad, Villa Planchart e Villa Arreaza a Caracas, Villa Nemazee a Teheran, l’Istituto italiano di cultura di Stoccolma e le facciate dei grandi magazzini a Hong Kong ed Eindhoven. Negli anni Settanta realizza la concattedrale di Taranto e il Denver Art Museum.

© Credits: Massimo Listri

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