Per la Spagna I e II
Emilio Vedova
Descrizione dell'opera
Il rapporto tra Emilio Vedova e la Spagna rivela le sue prime tracce nel 1936-37 quando il maestro veneziano, allora diciottenne, studiava e interpretava le opere di Francisco José de Goya y Lucientes. Goya rappresentava, infatti, uno dei riferimenti più congeniali rispetto alla sua visione di artista fondata prima di tutto su valori etici e morali. È del 1942 il suo primo omaggio a García Lorca, poeta rispetto al quale Vedova si sentiva spiritualmente molto vicino, come anche a Pablo Picasso; Vedova raccontava che, nei tragici giorni della guerra partigiana, leggeva i versi di Lorca e girava con la foto di Guernica ‘in tasca’. Nel 1959, Vedova, con sua moglie Annabianca, compie un viaggio di circa due mesi attraverso la Spagna, per approfondire la conoscenza della pittura spagnola e della situazione sociale e politica del Paese sottomesso dalla dittatura franchista. Questo viaggio sarà determinante nella costruzione di relazioni e amicizie con artisti, poeti e intellettuali che diventeranno sempre più intense: da Antoni Tàpies a Rafael Alberti, da Vicente Aguilera Cerni a Josep Maria Castellet, solo per citarne alcuni. Tra il 1959 e il 1962, Vedova dedica numerose opere alla Spagna con grande intensità e trasporto: dalle pitture su tela ai rilievi e sculture, dai disegni alle litografie. I titoli, come sempre determinanti nell’opera dell’artista, ne raccolgono con chiarezza il senso sostenendo con massima passione la causa spagnola: Spagna oggi, Per la Spagna, No ai tribunali di Franco, Les Prisons Espagnoles e altri ancora. Tra il 1976 e il 1978, insieme ai suoi studenti, Vedova realizza la mostra Con Alberti per la Spagna, itinerante in numerosi musei italiani. Le due opere esposte al Quirinale, Per la Spagna I e II, si inseriscono in questo straordinario percorso partecipativo e ne rappresentano una delle espressioni più alte. La scelta dell’assoluto bianco-nero, come per escludere qualsiasi interferenza cromatica, si scontra e incontra con la sua gestualità diretta e potente, quasi un urlo verso una condizione umana inaccettabile e sopraffatta. (Fabrizio Gazzarri)
L'artista
Emilio Vedova
(Venezia 1919 - 2006)
Come autodidatta, disegna e dipinge da sempre; ospitato da un parente a Roma, si iscrive alla Scuola libera del nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1942 aderisce al movimento Corrente. Durante la guerra partecipa alla Resistenza. Nel 1946 è tra i firmatari a Milano del manifesto Oltre Guernica e a Venezia è tra i fondatori del Fronte nuovo delle arti. Comincia a esporre negli anni Quaranta. All’inizio degli anni Cinquanta realizza le opere del Ciclo della protesta ’53 e del Ciclo della natura ’53, che espone alla Biennale di San Paolo del 1954. Nel 1955 e 1959 espone a Documenta di Kassel.
Leggi tuttoDal 1961 lavora ai Plurimi, sette dei quali sono esposti a Documenta 3 nel 1964. Lavora poi al Percorso/Plurimo/Luce per l’Expo ’67 di Montréal. Negli anni Settanta si dedica a un intenso lavoro sulla grafica; a partire dal 1976 torna alla pittura con il ciclo dei grandi teleri De America; realizza anche il ciclo Lacerazione. Plurimi/Binari ’77/’78, e prendono avvio i cicli …Cosiddetti Carnevali… ’77/’83 e Frammenti/Scheggia. Sono degli anni Ottanta i cicli di teleri tra cui: i Rossi, gli …als ob…, gli Emerging, il lavoro sui* Dischi, i Tondi*, gli Oltre e i Non dove, e, infine, il ciclo ...in continuum, compenetrazioni/traslati ’87/’88. A più riprese espone alla Biennale di Venezia e di nuovo a Kassel nel 1982. Nel 1998 il Castello di Rivoli lo omaggia con una grande antologica. Con Luigi Nono si dedica alla scenografia teatrale, collaborando a Intolleranza 1960 nel 1961 e a Prometeo. Tragedia dell’ascolto nel 1984. Insegna in varie università americane e tiene corsi all’Accademia internazionale di Salisburgo e all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Molti i riconoscimenti, tra cui il Guggenheim International Award nel 1956, dalla Biennale di Venezia il Gran premio per la pittura italiana nel 1960 e il Leone d’oro alla carriera nel 1997. Le sue opere sono esposte in musei nazionali e internazionali, tra cui: Berlinische Galerie di Berlino, Albertina di Vienna, MAM di Parigi, MoMA di New York, GNAM di Roma, Peggy Guggenheim Collection e Ca’ Pesaro di Venezia, Museo del Novecento di Milano, Castello di Rivoli e GAM di Torino, Museo Novecento di Firenze e MART di Rovereto. Con la moglie, elabora il progetto della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova che inizia l’attività a fine 2006. Dopo la scomparsa dell’artista, le più importanti retrospettive sono alla GNAM di Roma, alla Berlinische Galerie e al Palazzo Reale di Milano.

© Credits: Massimo Listri