Memoria di Sicilia

Memoria di Sicilia

Nino Caruso

Concessa da: Archivio Nino Caruso

Materiale/Tecnica: terracotta

Ubicazione: Tenuta Presidenziale di Castelporziano

Anno di realizzazione: 1999

Anno di installazione: 2021

Descrizione dell'opera

Nino Caruso si è ritagliato una posizione di speciale importanza grazie alla sua capacità di far convivere il vecchio con il nuovo, le antiche radici con i gusti del presente, calandosi nel territorio del design e riproponendo temi antichi in chiave assolutamente moderna, arricchendoli di un linguaggio formale tutto nuovo. Nel suo percorso ritroviamo forme del patrimonio storico-artistico già presenti in tante civiltà a noi note: portali, fregi, colonne, steli, scudi. Caratteristica di quest’opera è che essa prende vita e si struttura grazie all’uso sapiente della modularità e di un preciso pattern che pare ripetersi. Caruso sviluppa questo percorso con caparbietà nel corso degli anni e, grazie all’utilizzo di nuove tecniche, le sue opere raggiungono notevoli dimensioni e soluzioni formali molto singolari, acquistando importanza se calati negli spazi vissuti dall’uomo contemporaneo. Per concludere con una citazione di Gillo Dorfles: «l’opera di Caruso in un epoca dove domina il terrore del ‘déjà vu’ e dove la ricerca del nuovo a tutti i costi è, o eccessivamente tecnologica o vacuamente ‘modernistica’, costituisce un esempio – purtroppo raro ed eccezionale – di autonomia espressiva e di autentica invenzione di ‘forme plastiche’ legate sempre all’indissolubile potenzialità spaziale». (Andrea Caruso - Archivio Nino Caruso)

L'artista

Nino Caruso
(Tripoli 1928 - Roma 2017)

Giunto a Roma, frequenta gli artisti di Villa Massimo e nel 1951 inizia a lavorare con la ceramica, nel laboratorio di Salvatore Meli. Si diploma all’Istituto d’arte di Roma, apre il suo primo studio tra 1954 e 1955 e nel 1956 Renato Guttuso presenta la sua prima personale romana. Dal 1954 partecipa più volte al Concorso nazionale della ceramica di Faenza e alla Biennale d’arte ceramica di Gubbio. Nel 1960, alla GNAM di Roma, riceve il premio d’incoraggiamento dedicato ai giovani artisti dal ministero della Pubblica Istruzione.

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Nel 1962 vince la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale della ceramica di Praga, patrocinata dall’UNESCO. S’interessa brevemente anche al legno e al metallo: nel 1964 crea il Monumento alla Resistenza di Pesaro, che vince il premio IN/ARCH, ed entra a far parte del World Crafts Council. Si fa poi promotore del Centro italiano delle produzioni d’arte, di cui è presidente onorario Gio Ponti. Nel monastero della confraternita del Pio Sodalizio dei Piceni, istituisce il Centro internazionale della ceramica; inizia allora a produrre opere in serie limitata, sfruttando ogni sinergia tra arte ceramica e disegno industriale. Verso la fine degli anni Sessanta, colando l’argilla in stampi ricavati da modelli in polistirolo, realizza le prime opere modulari, che diventano componenti architettoniche o complementi d’arredo e lo portano a collaborare con alcune delle maggiori industrie ceramiche. Nel 1968 riveste l’interno della Chiesa Evangelica di Savona. Nel 1984 vince a Faenza il primo premio al Concorso internazionale per l’arredo urbano. Nel 1985 realizza la grande mostra Omaggio agli Etruschi ed espone a Orvieto, Firenze, Arezzo, Bagni Ducali, Ferrara, Civita Castellana e nel 1991 alla Rocca Paolina di Perugia. Matura, grazie ai viaggi negli Stati Uniti e in Giappone, una straordinaria conoscenza delle tecniche ceramiche. Dal 1970 insegna all’Istituto d’arte di Roma e poi è direttore artistico dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia; nel 1982 cura per RAI 3 il programma L’arte della ceramica. Tiene conferenze in varie università degli Stati Uniti, in Europa, Giappone, Corea, Cina e Australia. Nel 1979 pubblica Ceramica viva, nel 1982 Ceramica Raku, nel 1984 Decorazione ceramica, nel 1997 Ceramica oltre, nel 2006 Dizionario illustrato dei materiali e delle tecniche ceramiche, nel 2016 la sua biografia Una vita inaspettata. Le sue sculture monumentali sono installate in molti spazi pubblici: da Parigi a Shigaraki, da Brufa a Coimbra, da Gijón a Todi. Nel 2020, il Giappone dedica alla sua opera una grande retrospettiva, esposta sia al National Museum of Modern Art di Kyoto sia al Museum of Modern Ceramic Art di Gifu.

Memoria di Sicilia

© Credits: Massimo Listri